Lo stress fa ingrassare o dimagrire?

 

Un dubbio amletico attanaglia molte persone: lo stress fa ingrassare o fa dimagrire? Diciamo pure che si tratta di una domanda che non può avere una risposta unica e netta, in quanto ogni persona è a sé stante e risponde diversamente alle situazioni di ansia e tensione.

 

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Tutto infatti si ricollega allo stato psicofisico del soggetto interessato e alle situazioni stressanti che vive. A seconda dunque dell’approccio dell’organismo a questi particolari momenti, potrebbe cambiare il nostro modo di alimentarci e di assimilare il cibo.

Alcune persone sostengono che in periodi di forte stress si riduce il desiderio di mangiare per cui tendono a dimagrire. Viceversa ce ne sono altre che tendono a mangiare molto di più se pressati da situazioni negative.

Per spiegare comunque come lo stress incida sull’aumento o sulla perdita di peso, bisogna in primis capire come funziona l’ormone dello stress.

 

 

I meccanismi con cui lo stress provoca dimagrimento

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Prima di osservare il comportamento dell’ormone dello stress, partiamo dal presupposto che in alcune circostanze, potrebbe verificarsi una perdita di peso molto evidente. Problemi che affliggono la nostra vita, che ci fanno vivere in situazioni angoscianti e difficili da gestire, comportano un calo del grasso corporeo accumulato.

Ci sono fasi in cui il sistema nervoso rilascia noradrenalina che spinge il nostro organismo a bruciare grassi velocemente, riducendo il peso corporeo. Accade altresì che chi è stressato ha un metabolismo molto più veloce in quanto, i reiterati movimenti gastrici, permettono di smaltire tutto ciò che si mangia.

Inoltre la scienza ha constatato che in alcune situazioni il dimagramento è strettamente correlato alla poca fame, scatenata a sua volta da motivi previamente psicologici e ormonali.

Tuttavia, se in un primo momento l’ansia provoca un dimagrimento celere e repentino, in una seconda fase, nel lungo periodo, se lo stress si prolunga, il cambiamento del peso corporeo si ribalta. Avviene cioè un ingrassamento latente. Questo in quanto a lungo andare, la prima fase di inappetenza si tramuta in una fame vorace, che spinge le persone a rifocillarsi di cibo.

 

L’aumento di peso durante situazioni di stress

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A questo punto possiamo dunque esaminare quella conseguenza da stress che colpisce la maggior parte delle persone, ovvero l’aumento di peso.

In un simile caso tutto è riconducibile all’ormone dello stress ovvero il cortisolo, la cui produzione viene stimolata quando ci sono periodi di vita molto più duri da superare. Il cortisolo viene liberato nel sangue costringendo l’organismo ad attingere alle riserve di glucosio, che vengono stoccate sotto forma di glicogeno. Questo in quanto il corpo per affrontare lo stress ha bisogno di energia, per cui l’organismo non può fare altro che andare alla fonte delle riserve. Gli zuccheri all’interno del segue andranno ad accumularsi sull'addome sotto forma di grasso.

 

 

Come funziona l’ormone dello stress

Responsabile di determinati cambiamenti corporei durante momenti di tensione è il cosiddetto ormone dello stress. Rappresenta il punto focale per chiunque, in quanto se non si impara a gestire  al meglio la propria vita, lo stress prende il sopravvento, spingendo tutti a consumare cibo spazzatura o bevande zuccherine per risollevare il morale.

Il cortisolo, spesso definito come ormone dello stress, è prodotto dalle ghiandole surrenali, strutture anatomiche triangolari che si trovano in cima ai reni. L’asse ipotalamo-ipofisi-surrene è quello che responsabile della produzione di cortisolo: l'ipotalamo secerne l'ormone che contiene al suo interno la corticotropina (CRH), che in un secondo momento sintetizzandosi provoca il rilascio di adrenocorticotropina (ATCH) dall'ipofisi anteriore.

A questo punto, l'ATCH viene di nuovo sintetizzata e si forma il cortisolo all’interno della corteccia surrenale. Di solito questo ormone raggiunge un picco più alto nell’organismo nelle prime ore del mattino. Dopo il risveglio la concentrazione inizia a scendere gradatamente durante il corso della giornata, fino a scendere quasi a zero poco prima di andare a dormire.

Quando diciamo che lo stress fa ingrassare, vuol dire che è entrato in funzione il NPY, il neuropeptide Y, il quale in periodi di particolare tensione emotiva porta l’accumulo di grasso (in eccesso) sulle cellule adipose.

Non è un caso che si parli dell’ormone dello stress, in virtù del fatto che la scienza ha sempre ricondotto il cortisolo alla regolazione dell’appetito. In più da recenti studi è emerso anche che ha effetti secondari sull’accumulo di adipe. Se scatta poi l’aumento della fame quando ansia e tensione prendono il sopravvento, ingrassare sarà inevitabile.

Accanto a ciò si verifica anche una seconda cosa, ovvero la mobilizzazione degli zuccheri comporta il rilascio di un secondo ormone, l’insulina. Questo inficia non solo a livello centrale che a livello periferico. Quando si verifica ciò, il cortisolo blocca gli effetti negativi dell’insulina sull'NPY, inducendo a mangiare di più. La zona periferica dell’organismo invece richiede un livello più alto di insulina.

Quanto appena detto spiega una sola e semplice cosa: ovvero che quando siamo stressati, il cortisolo influenza l’ipotalamo portando a produrre un ormone oressigeno (che genera fame) detto neuropeptide Y (NPY), che ci spinge a mangiare di più. L’aggravante è che l’effetto di questo ormone fa sorgere il desiderio nell’uomo di mangiare cibi zuccherini, che alimentino appunto le riserve insuliniche.

 

L’influenza del cortisolo sulla leptina e sul metabolismo tiroideo

Il cortisolo, va a cambiare anche i livelli di leptina, sempre sia a livello centrale sia a livello periferico. Sul piano centrale, la leptina va ad attivare l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene portando un aumentodel CRF ipotalamico. In questo modo viene ridotta la produzione di glucocorticoidi periferici dalle ghiandole surrenali.

Viceversa, a livello periferico avviene bene o male la medesima cosa che accade per l’insulina. I livelli di leptina aumentano e causano una resistenza dell’organismo a questa sostanza. Si tratta della classica condizione in cui versano le persone obese.

Non dimentichiamo poi che il cortisolo influenza anche il metabolismo tiroideo. Questo in quanto se la tiroide funziona, e funziona bene, ci sarebbe un regolare dispendio energetico, dal momento che l’energia viene usata sotto forma di calore. Il che vuol dire evitare di accumulare con le molecole di ATP. Inoltre se non c’è una produzione sufficiente degli ormoni tiroidei queste sostanze che agevolano l’accumulo di peso non vengono smaltite.

 

 

Come gestire lo stress

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È importante quindi imparare a gestire lo stress onde evitare che ci siano dei repentini cambi di peso. Come prima cosa è inutile dire ad una persona tesa di stare calma e tranquilla. Il giusto consiglio potrebbe essere quello di trovare un metodo alternativo che aiuti a scrollarsi dei pensieri e della tensione accumulata.

Un esempio potrebbe essere quella di effettuare l’attività fisica, basta un’ora al giorno tutti i giorni. Il movimento fisico aiuta infatti a canalizzare le energie per l’esercizio e l’allenamento, evitando così che tutti si accumuli su addome o cellule adipose.

Un altro suggerimento è quello di dormire bene, di andare sempre a letto alla stessa ora e di dormire almeno 7 ore al giorno. Inoltre è possibile bere delle tisane rilassanti che possano agire positivamente sulla nostra psiche, per un autocontrollo più consapevole. In casi di forte e prolungata ansia, insonnia, e malessere psichico il medico potrebbe prescriverci ansiolitici con effetti sedativi come ad esempio Lexotan.